La Rete Natura 2000 del Parco Naturale Locale del Monte Baldo

Monitoraggi botanici in corso

Il territorio del Parco Naturale Locale del Monte Baldo (PNL MB), con i sui 46,54 kmq di estensione, comprende il settore più settentrionale della catena montuosa baldense, le pendici meridionali della catena Stivo-Bondone e la Riserva Naturale Provinciale Lago di Loppio, interposta tra i due gruppi montuosi sopra citati. La quota più elevata entro i confini del PNL MB è raggiunta presso l’Altissimo di Nago (2078 m) mentre quella inferiore si registra presso l’alveo del Lago di Loppio (216 m). 

Per comprendere appieno il significato del PNL MB è necessario contestualizzarlo a livello normativo facendo un breve inquadramento sul sistema delle aree protette in Trentino. In provincia di Trento, accanto ai tre “storici” parchi naturali (la porzione trentina del Parco Nazionale dello Stelvio e i due Parchi naturali provinciali Adamello-Brenta e Paneveggio-Pale di San Martino, istituiti nel secolo scorso), si sono affiancati gradualmente nuovi strumenti di protezione e tutela della natura. Riserve naturali provinciali, Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Zone Speciali di Conservazione (ZSC, ex SIC), compongono un mosaico variegato di aree protette dall’elevato valore naturalistico. Complessivamente, la superficie protetta rappresenta oggi circa il 30% dell'intero territorio provinciale. Particolare importanza va data a ZSC e ZPS che derivano dal recepimento a livello provinciale della normativa comunitaria (Direttive 92/43 e 79/409) la quale prevede l'individuazione su tutto il territorio europeo di aree di notevole pregio naturalistico che nel complesso formano la cosiddetta Rete Natura 2000. Ogni sito è un nodo della Rete, un luogo importante di interconnessione tra i diversi esseri viventi e i loro habitat. Si tratta di un nuovo approccio alla conservazione della natura, più aperto e dinamico, dove viene riconosciuto anche il ruolo di una serie di attività umane nel mantenimento e nella protezione della biodiversità, identificate soprattutto nelle pratiche agro-silvo-pastorali tradizionali. Per questo motivo, oggetto di conservazione non sono solo gli habitat naturali, ma anche alcuni ambienti la cui esistenza dipende dalla volenterosa azione dell’uomo, come per esempio i prati da sfalcio.

Più della metà del territorio del PNL MB rientra all’interno di Siti Natura 2000. Nello specifico, le aree protette presenti entro i confini del Parco sono TALPINA - BRENTONICO (245,13 ha), MANZANO (99,43 ha), LAGO DI LOPPIO (112,59 ha), MONTE BALDO BRENTONICO (2.119,58 ha, che comprende anche la Riserva Naturale Provinciale "Corna Piana), e BOCCA D'ARDOLE CORNO DELLA PAURA (178,37 ha), per un totale di 2.755,1 ha (59,20% dell’intera superficie del Parco!). Altri territori protetti che ricadono entro i confini del PNL MB sono due piccole Riserve locali: Bocca del Creèr (Pasna) e Seandre (Laghetto della Polsa). Queste ultime sono due piccole zone umide caratterizzate dalla presenza dell’habitat “Torbiere basse alcaline” (codificato secondo L’UE con il codice 7230), del tutto o per la maggior parte occupati da comunità a dominanza di carici calcicole di piccola taglia e di muschi bruni. Esse si sviluppano su suoli permanentemente inondati da acque calcaree, ricche di basi, con falda superficiale. Si tratta di comunità ricche di specie, spesso impreziosite dalla presenza di alcune orchidee palustri. La conservazione di questa tipologia di habitat è strettamente dipendente dalle variazioni dell'afflusso idrico. Ma anche l’assenza di gestione (sfalci periodici) può compromettere la loro conservazione per via degli ingressi di specie erbacee competitive e/o di specie legnose che tendono a banalizzare le cotiche.

Proprio nell’ottica di comprendere le dinamiche e le eventuali minacce in atto, la Fondazione Museo Civico di Rovereto ha avviato dei monitoraggi floristico-vegetazionali i alcuni Siti Natura 2000 del Parco, concentrandosi nel 2024 nelle Riserve locali di Bocca del Creèr e Seandre dove sono stati ripetuti una serie di rilievi identificati nel 1993 (nell’ambito dell’indagine "Conservazione e valorizzazione dei biotopi comprensoriali" a cura del Museo Civico di Rovereto con il Comprensorio della Vallagarina). I punti sono stati ritrovati grazie all’utilizzo combinato di metaldetector, GPS e misurazioni a terra. In questa seconda ripetizione sono state catturate le coordinate GPS con una maggior precisione rispetto al passato, grazie allo sviluppo delle tecnologie.


 

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