Insetti 2014

Testo a cura di Mauro Gobbi e Valeria Lencioni - Sezione di Zoologia degli Invertebrati e Idrobiologia del Museo delle Scienze di Trento

Perché è necessario proteggere gli insetti?

La gestione sostenibile dell'ambiente non può prescindere da un'approfondita conoscenza della biodiversità e del funzionamento degli ecosistemi naturali. Gli insetti sono la componente principale della biodiversità, soprattutto animale, per numero di specie e di individui. La sensibilità di alcune specie a stress ambientali, anche di lieve intensità, rende gli insetti ottimi bioindicatori di qualità ambientale.

Quali insetti è prioritario tutelare e monitorare?

L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha redatto una lista di specie (red list) a rischio di estinzione. Di tali specie è quindi fondamentale conoscerne la distribuzione e i fattori di rischio che ne possono compromettere la sopravvivenza. Lo strumento gestionale disponibile in Italia per la tutela di tali specie è la Direttiva Habitat (DH) al quale si affiancano anche liste regionali. Una di queste liste è quella che il MUSE-Museo delle Scienze, in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento, ha pubblicato nel 2012 (Journal for Nature Conservation, vol. 20). La lista comprende 70 specie di invertebrati a rischio di estinzione sul territorio provinciale.

Motivi della ricerca

Nel 2014 il MUSE ha condotto uno studio mirato a verificare la presenza nel Parco Naturale Locale del Monte Baldo di tre specie di insetti considerate prioritarie quindi meritevoli di speciale attenzione:

  1. Euplagia quadripunctaria (Allegato DH: II e IV). Nota come Falena dell'Edera è un lepidottero (Arctiidae) diffuso in gran parte del territorio italiano dal livello del mare sino a circa 2000 m di quota con predilezione per boschi ombrosi freschi e umidi. Gli adulti, floricoli ed attratti in modo particolare da Eupatorium cannabinum e Sambucus ebulus, sono ad attività sia diurna sia notturna. In Italia la specie è presente in tutte le regioni.
  2. Lucanus cervus (Allegato DH: II). Noto come Cervo Volante è un coleottero (Lucanidae) che predilige boschi maturi di latifoglie, soprattutto quercete planiziali (Quercus robur) o di media altitudine. È una specie la cui larva si nutre di legno marcescente; lo sviluppo richiede da 3 a 6 anni ma può durare, eccezionalmente, anche fino a 8 anni. Il principale fattore di minaccia è legato alla distruzione e frammentazione dell'habitat forestale per cause antropiche.
  3. Cerambyx cerdo (Allegato DH: II e IV). Noto come Cerambice della Quercia e un coleottero (Cerambycidae) la cui larva è legata per lo sviluppo alla presenza di vecchie querce senescenti ma ancora vitali, con predilezione per quelle più esposte al sole. Il principale fattore di minaccia è legato alla distruzione e frammentazione dell'habitat forestale per cause antropiche.

Risultati ottenuti

Da un'analisi cartografica e da una serie di sopralluoghi abbiamo messo in evidenza che quattro aree del Parco includono gli habitat di presenza potenziale delle specie indagate: Lago di Loppio, Manzano, Monte Baldo di Brentonico e Talpina Brentonico. Le uscite sul territorio hanno confermato che queste aree ospitano almeno due delle tre specie prioritarie, Euplagia quadripunctaria e Lucanus cervus, mentre Cerambyx cerdo non è stato trovato.

Nello specifico E. quadripunctaria è stata osservata a Monte Baldo di Brentonico e Lago di Loppio, mentre L. cervus a Talpina di Brentonico e Lago di Loppio, indicando la presenza qui di elevata qualità degli habitat forestali.

Il mancato rinvenimento di C. cerdo è imputabile all'assenza nel territorio del Parco di vecchie querce senescenti ma vitali di cui la specie necessita per completare il proprio ciclo vitale. 

© Parco Naturale Locale Monte Baldo

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