Inaugurazione della mostra "Innamorarsi del Monte Baldo: i paesaggi di Giuliano Di Bernardo"
Inaugurazione della mostra "Innamorarsi del Monte Baldo: i paesaggi di Giuliano Di Bernardo"

Inaugurazione della mostra "Innamorarsi del Monte Baldo: i paesaggi di Giuliano Di Bernardo"

Giardino di Palazzo Eccheli-Baisi, Brentonico
29 Agosto 2020, 16:30 - 17:30
Brentonico, Giardino di Palazzo Eccheli Baisi

Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili nel rispetto del protocollo per la gestione dell’emergenza Covid.

IL PAESAGGIO NELL’ARTE

Quando Homo sapiens fece la sua comparsa sulla Terra circa 200.000 anni fa, il suo cervello era così evoluto che gli consentiva di inventare l’arte (ciò che è bello), la morale (ciò che è bene) e la religione (l’esistenza di un mondo di spiriti).

Mentre la religione si è diffusa rapidamente e universalmente, l’arte e la morale hanno dovuto attendere molto tempo prima di manifestarsi.

L’arte è, quindi, un’invenzione dell’intelletto umano. Ciò significa che nell’uomo esiste, come qualità innata, la capacità di discernere il bello dal brutto, che si traduce nel giudizio estetico.

Kant, nella Critica del giudizio, definisce “estetico” il giudizio che riguarda il bello e l’arte. Il termine “estetico” indica una disciplina filosofica che si occupa specificamente del bello.

L’esperienza estetica si riferisce a diversi oggetti: fisico, onirico, immaginativo e del ricordo. Sebbene nella storia dell’arte l’oggetto fisico abbia svolto un ruolo privilegiato, ciò non gli conferisce il diritto di precedenza. Tutti gli oggetti sono indipendenti e di pari valore, anche se tutti hanno la stessa origine che li fonda: la capacità dell’intelletto umano a discernere il bello dal brutto.

La filosofia dell’arte contemporanea ha prodotto teorie diverse analizzando i singoli oggetti. Ciò significa che non esiste una teoria generale dell’arte. Le teorie specifiche dei singoli oggetti non sono comparabili.

Le mie riflessioni riguardano l’oggetto “fisico” poiché i paesaggi che presenterò derivano dal mondo esterno sensibile.

La fotografia del paesaggio è costituita da parti che sono il mezzo e il contenuto.

Il mezzo è la macchina fotografica mediante cui si acquisisce l’immagine. Nella pittura, il mezzo è dato dai colori e dalla tela.

Quali sono i fattori essenziali per ottenere un paesaggio di grande qualità? Innanzi tutto, la nitidezza e la riproduzione dei minimi dettagli. Per avere questo risultato, si richiede una macchina fotografica con un sensore di grandi dimensioni, per catturare la maggiore quantità di luce. Io uso una Sony Alpha 7R IV, una mirrorless full-frame con sensore da 61 MP. Gli obiettivi che prediligo sono: Sony 16-35 GM, Sony 100-400 GM, Sony 100 macro GM. In percentuale, uso il 16-35 per l’80%, il 100-400 per 15% e il 100 macro per il 5%.

Con questi materiali, acquisisco l’immagine del paesaggio in formato RAW, che trasferisco su un PC Apple MacBook Pro da 15 pollici dove ne analizzo il “contenuto”.

RAW significa che l’immagine è stata catturata dalla macchina fotografica allo stato grezzo, ma contiene tutte le informazioni per elaborarla secondo il gusto del fotografo. Per ottenere questo risultato, uso la piattaforma di “Photoshop” che integro con algoritmi specifici.

Ciò corrisponde alla tavolozza dei colori che il pittore usa a suo piacimento, per creare il paesaggio con effetti di chiaro-scuro e con i più minuziosi dettagli.

A questo punto, il fotografo usa la tavolozza digitale per creare il paesaggio in conformità all’idea di “bello” che esiste nel suo intelletto. E’ proprio qui che egli esercita la sua capacità di discernere il bello dal brutto e si realizza l’unione tra il paesaggio tratto dalla realtà esterna e l’idea di paesaggio che esiste nella sua mente.

Possiamo dire che l’immagine così formata è arte? In altre parole, la fotografia di paesaggio può essere arte? Per rispondere adeguatamente, dobbiamo trovare un criterio di attribuzione: diremo allora che l’immagine di un paesaggio è arte se, e solo se, piace. Questo criterio vale per i paesaggi ma non per gli altri “oggetti” dell’esperienza estetica, poiché è possibile stabilire una corrispondenza tra il paesaggio creato dal fotografo e la realtà esterna da cui è tratta quell’immagine. Ma dire che è bello ciò che piace significa accettare il relativismo nel giudizio estetico. Ciò che piace a me può non piacere a te. Da questo segue che non esiste un giudizio estetico oggettivo che vale per tutti gli uomini.

Lo stesso discorso si può fare con il concetto di “verità”. Quando si parla di verità con riferimento alle vicende umane, ciò che vale non è la verità oggettiva ma ciò che l’uomo “crede” che cosa sia la verità. Io agisco in base a ciò che credo sia la verità, anche se la tua verità può essere diversa dalla mia. Le due differenti verità sono soggettivamente vere.

Il concetto di “vero”, diversamente dal concetto di “bello”, può avere un fondamento oggettivo nella logica e nella matematica. Se, tuttavia, è riferito agli uomini, non può che essere relativo.

Giuliano Di Bernardo

Trento 13 agosto 2020

 

Giuliano Di Bernardo è stato professore ordinario di Filosofia della scienza nella Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Trento. L’oggetto principale delle sue ricerche filosofiche è la fondazione epistemologica delle scienze sociali, che ha trovato espressione nel volume La conoscenza umana. Dalla fisica alla sociologia alla religione (Marsilio 2010). È massone dal 1961. È stato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (dal 1990 al 1993), fondatore e Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia (dal 1993 al 2002). È fondatore e Gran Maestro dell’Ordine degli Illuminati dal 2002. Per Marsilio ha pubblicato anche Filosofia della Massoneria e della tradizione iniziatica (2016), tradotto nelle principali lingue del mondo e considerato la bibbia dei massoni. Il suo ultimo saggio attualmente in libreria è Il futuro di Homo sapiens (Marsilio 2020).

Il Club per l’UNESCO di Trento, nato nel 2010, é il primo Club per l’UNESCO della Provincia Autonoma di Trento e della Regione Trentino Alto-Adige ed è membro della Federazione Italiana dei Centri e Club per l’Unesco (FICLU). Nato con una consistente componente giovanile, il club crede fortemente che un futuro di pace sia possibile proprio grazie al contributo attivo e responsabile delle nuove generazioni, capaci di apportare energia e innovazione. Da anni organizza eventi culturali nel territorio trentino per valorizzare i patrimoni materiali e immateriali presenti e sensibilizzare il pubblico alle tematiche della pace e dei diritti umani. Dal 2013 è membro del Forum trentino della Pace e dei Diritti Umani. Dal 2010 è presidente l’antropologa culturale Marta Villa.

L’Associazione Pedagogica e Culturale Sintesi-Museo Didattico è nata nel 2010 dalla fusione di Centro Studi Sintesi e del Museo Didattico di Mori e della Val di Gresta. Il nome simboleggia le linee guida della sua proposta culturale: educare utilizzando il territorio come luogo dell'esplorazione utile alla crescita di ciascun individuo ed avendo una visione dell'ambiente che produca una sintesi di conoscenza e sapere attraverso il metodo della scoperta e del protagonismo della persona in ricerca. ha all’attivo l’organizzazione di numerosi eventi ed attività didattiche, ha vinto due Bandi della Memoria CARITRO (2013 Memorie d’acqua in val di Gresta e 2018 Trento alo specchio: memorie, immagini e narrazioni di luoghi), decine di pubblicazioni riguardano la valorizzazione degli aspetti naturalistici, archeologici e demoetnoantropologici dei territori di Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Dal 2010 è presidente l’archeologo e pedagogista Domenico Nisi.

L’associazione Sintesi-Museo Didattico, con sede ad Avio, da anni persegue la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del Monte Baldo, inteso come via di comunicazione e quindi di pace fra popoli e culture. Abitato sin dalla preistoria, unicum geografico per il valore naturalistico e antropico che rappresenta, questa montagna merita di essere nuovamente al centro dell’attenzione culturale degli abitanti e dei turisti. La mostra con l’evocativo titolo “Innamorarsi del Monte Baldo. I paesaggi di Giuliano Di Bernardo” è stata organizzata dall’associazione in collaborazione con il Parco Naturale Locale del Monte Baldo e il Comune di Brentonico e patrocinata dal Club per l’UNESCO di Trento proprio per rinforzare questa idea: il Monte Baldo è un luogo dell’emozione, quasi magico, ricco di scorsi meravigliosi che si apre nella sua bellezza solo a chi sa coglierne il significato ma sa anche rispettarne il mistero. Proprio i paesaggi di Giuliano Di Bernardo che attraverso l’occhio della fotografia fa della realtà che ci appare nella sua ordinaria bellezza qualcosa di straordinario, permettono di scoprire un Monte Baldo nuovo, capace di catturare e generare sentimenti e stupore.

Il Club per l’UNESCO di Trento crede fortemente che il paesaggio sia un valore da proteggere e che sia espressione naturale e culturale, rappresentazione di chi vive quel luogo e di tutti i saperi tradizionali che attorno a quel luogo si sono sviluppati. Nel contempo è anche un bene fragile, in continuo mutamento, per questo deve essere studiato, compreso e valorizzato in ogni suo minimo dettaglio. Il Monte Baldo dal canto suo possiede caratteristiche peculiari tali da essere annoverato come patrimonio materiale e immateriale al contempo, evidenze che necessitano tutela e profondo rispetto.

© Parco Naturale Locale Monte Baldo

c/o Comune di Brentonico - Via Fabio Filzi, 35 - 38060 Brentonico (TN)

Tel. 0464/399103 - Fax 0464/399120 - E-mail - Posta certificata

StudioBLQ - Web Agency Trento