La Riserva Naturale Provinciale del Lago di Loppio

Tra peculiarità naturalistiche e archeologia

La Riserva Naturale Provinciale Lago di Loppio è senza dubbio una delle zone più conosciute del Parco. Il geologo Antonio Stoppani (1824-1891) così lo descrisse:

“Non credo che fra i laghetti alpini ve ne sia uno più pittoresco del Lago di Loppio. Le frane mentre gli composero un lido tutto penisole, seni e frastagli, gli eressero nel mezzo isole scogliose, convertite in boschetti a cui fanno vaga cintura alla base i giunchi lacustri”.

Questa articolata morfologia, ricca di numerose nicchie ecologiche ha attirato nel tempo diversi botanici che si sono dedicati allo studio della sua flora. 

Il Lago di Loppio rappresenta una delle aree naturalistiche più importanti del Parco Naturale Locale non solo per la sua elevata ricchezza faunistica, ma anche perché custodisce specie vulnerabili e presenti in pochi altri siti del Trentino. La presenza di acqua all'interno di questa area protetta consente a diverse specie di anfibi di riprodursi. Alcune, ogni primavera, danno luogo a vere e proprie migrazioni che coinvolgono diverse centinaia se non migliaia di individui sospinti dalla necessità di deporre i gameti nell'acqua. 

Il fenomeno migratorio più eclatante è quello del rospo comune che nel mese di marzo scende in massa dalle pendici nel lago dopo aver percorso anche alcuni chilometri. All'inizio della migrazione i maschi sono molto più numerosi in quanto cominciano per primi a migrare, poi con il trascorrere dei giorni la percentuale di femmine aumenta progressivamente. Questo sito è tristemente famoso per i numerosi investimenti degli esemplari in transito che avvengono quando gli animali attraversano la strada statale n.240 creando anche problemi di sicurezza stradale. Per questi motivi la Provincia autonoma di Trento ha predisposto una serie di tunnel e barriere permanenti sia per la migrazione di andata sia per quella di ritorno per consentire così il passaggio dei rospi in sicurezza sotto la pista ciclabile e la strada statale. Da giugno a ottobre i nuovi nati che hanno da poco completato la metamorfosi abbandonano lo specchio d'acqua per andare a colonizzare il territorio circostante dove verrà trascorso l'inverno.

Nella zona umida si riproducono anche la raganella italiana, la rana agile, il tritone alpestre, ma a impreziosire l'area è la presenza del raro tritone punteggiato, diffuso solo in altre due località del Trentino, e dell'ululone dal ventre giallo minacciato a livello locale ed europeo. La comunità di anfibi si arricchisce ulteriormente con la presenza nei boschi della salamandra pezzata.

Questa zona protetta è anche un'importante area di sosta per gli uccelli migratori. Numerose sono le specie che stazionano nell'area umida per ripristinare le riserve di grasso necessarie per proseguire il volo migratorio verso le zone di nidificazione situate nel centro e nord Europa. Fra le specie più comuni che sostano, per poi riprendere il viaggio, si ricordano il luì grosso, il luì verde, il canapino comune, il canapino maggiore, il beccafico, la cannaiola verdognola e la cannaiola comune. Altre specie si fermano a nidificare come ad esempio la capinera, l'usignolo e il luì piccolo.

Ma il Lago di Loppio è importante anche dal punto di vista storico-archeologico per la presenza sull'isola di Sant'Andrea del sito archeologico pluristratificato, con testimonianze che vanno dalla preistoria all'epoca tardoantica a quella medievale, per giungere fino alla Prima Guerra Mondiale. 

Un breve approfondimento video è stato realizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto per raccontare la specificità del Lago di Loppio e il sito archeologico, in particolare le fasi goto-bizantina e longobarda. 

 

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